Come trovare il lavoro giusto per te: il metodo Ikigai
Trovare il lavoro giusto può essere un vero rompicapo per la maggior parte delle persone ed è spesso una ricerca molto più difficile di quanto si pensi.
La parola “lavoro” in alcuni dialetti italiani diventa “fatica” o “travaglio”, non proprio la cosa più incoraggiante del mondo insomma!
Tuttavia, pensatori e filosofi nella storia hanno visto il lavoro come un modo per prosperare. Confucio, un filosofo cinese, ha detto: “Scegli un lavoro che ami e non dovrai lavorare un giorno nella tua vita”.
La professione che si esercita è il risultato di tante variabili e, in particolare, della scelta di investire in un campo particolare. Oggi è molto comune cambiare il proprio percorso, l’orientamento professionale durante la propria carriera, o anche riorientarsi durante gli studi.
Generation, associazione no-profit indipendente che forma i giovani e li supporta nell’ingresso del mondo del lavoro ti offre una guida per aiutarti a trovare il lavoro ideale (se esiste) attraverso il metodo Ikigai.
Il metodo IKIGAI si ispira a una filosofia giapponese che ti permette di trovare il tuo orientamento professionale e il tuo percorso. In giapponese, IKIGAI significa “ragione di essere” o “gioia di vivere”. Il concetto dell’Ikigai può essere riassunto in “ciò che ti fa alzare dal letto la mattina”, ovvero il proprio scopo nella vita ed è un metodo che può aiutare a capire quale può essere il lavoro giusto per te in base alle tue passioni e inclinazioni.
Per individuare il lavoro più indicato per te, bisogna trovare il giusto bilanciamento tra quattro indicatori che sono: cosa ti piace, cosa sei bravo a fare, per quali tue abilità potrebbero essere una professione e di cosa ha bisogno il mondo. Quando non si trova l’equilibrio e manca uno dei fattori, possiamo finire per sentirci frustrati.
Vediamolo più in dettaglio!
Primo passo per trovare il lavoro giusto. Chiediti cosa ti piace veramente
Questo passaggio può sembrare molto semplice, ma richiede una vera introspezione. Puoi partire dalla seguente domanda: cosa mi piace fare nel tempo libero?
Ci sono alcune attività che fanno passare il tempo così velocemente che non ce ne rendiamo nemmeno conto. Si tratta di identificare ciò che ci rende veramente felici, ciò che ci appassiona. Può essere il contatto con gli altri, una pratica artistica, lo sport o anche l’amore per la retorica… chi vuole avere sempre ragione saprà di cosa stiamo parlando!
Se trovi difficile identificare una particolare passione, chiedi un consiglio a chi ti circonda perché può essere di grande aiuto. Le persone intorno a noi ci conoscono bene e a volte possono identificare qualcosa di ovvio che noi non siamo in grado di vedere. Possiamo chiedergli quali pensano siano le nostre qualità e punti di forza, elementi essenziali per una carriera di successo.
Secondo passo. Cosa sai fare?
Partire da un argomento che già si conosce può rivelarsi una strategia efficace per iniziare bene e, come dice il detto, chi inizia bene è già a metà dell’opera. Partire con qualcosa che sappiamo già fare, ci spinge a credere in noi stessi dandoci la giusta motivazione per andare avanti e non arrenderci quando arriveranno le prime difficoltà, perché “se ci sono riuscito ieri, posso farcela anche oggi!”. Inoltre, fa venir voglia di migliorarci sempre di più e soprattutto imparare cose nuove.
E per quello che non sai ancora fare? Fai pratica! Lo scrittore brasiliano Paulo Coelho afferma che “c’è un solo modo per imparare: attraverso l’azione”.
È solo attraverso l’esperienza, infatti, che possiamo davvero sapere cosa ci si addice, cosa ci motiva, cosa ci piace fare. Per fare esperienza possiamo prendere in considerazione stage, contratti a tempo determinato o di formazione. L’esperienza professionale è una sorta di test di orientamento a grandezza naturale!
Anche lo stato mentale è molto importante. I giovani sono spesso stressati all’idea di scegliere il proprio orientamento professionale. È perfettamente normale non sapere quale lavoro vogliamo fare per tutta la vita, per questo la pratica è importante.
Se al momento non ti è possibile accedere a uno stage, grazie al mondo interconnesso in cui viviamo, puoi conoscere virtualmente (su LinkedIn, in gruppi Facebook…) con professionisti che attirano la tua attenzione per conoscere la loro esperienza. E non dimenticarti del tuo network di amici e conoscenti!
Terzo passo. Chiedersi: “Di cosa il mondo ha bisogno?”
Questa domanda è utile perché da un lato ci permette di andare più in profondità e fare ancora più chiarezza su che tipo di strada vorremmo prendere e dall’altro perché, sapendo di svolgere un lavoro che ha un valore sociale, ambientale ecc, ci sentiremmo con più probabilità in equilibrio con noi stessi e motivati.
Prendiamo per esempio la situazione attuale. La pandemia causata dal nuovo Coronavirus Sars-cov-2 (Covid 19) ha incrementato il bisogno di professioni nel campo sanitario, come medici, infermieri e tecnici di laboratorio allo stesso tempo operai di fabbrica per la produzione di mascherine. Se ti trovi nella fase in cui non hai ancora le idee chiare, dare uno sguardo a ciò che sta accadendo e interrogarsi sulle professioni richieste, può servire a indicarti la strada giusta per te.
Inoltre, affidandoci a questa domanda avremo più probabilità di fare di una passione un lavoro, soprattutto se collegato al primo punto. La combo “ciò che ti piace fare” e “di cosa il mondo ha bisogno” può ad esempio portare una persona a cui piace viaggiare e allo stesso tempo è sensibile al tema dei diritti umani a fare il lavoro di mediatore culturale.
Quarto passo. Tieniti aggiornato sul mercato del lavoro e chiediti: “Per cosa potrei essere pagato?”
Tutti prima o poi dobbiamo fare i conti con il lato economico. Guadagnare non è sinonimo di vivere per lavorare, ma è importante per poter rendere possibile la realizzazione di ciò che ci appassiona e mettere in moto altri progetti.
Porsi questa domanda, potrà, inizialmente, sembrarti materialista e lontano dal processo di scelta di una formazione o di una professione che sia necessariamente legata a ciò che ti piace fare. Tuttavia, è essenziale per questi tre motivi:
- Primo, perché le variabili del mercato del lavoro sono fondamentali nella scelta di una professione (tasso di assunzione, livello di istruzione richiesto, ecc.).
- Secondo, perché può darti idee o spunti su un lavoro che ancora non conosci.
- E infine, perché questo è un ottimo test di orientamento e motivazione.
Prendiamo l’esempio di Marta, una diciottenne che vorrebbe fare la giornalista. Informandosi su questa professione si rende conto che la domanda è molto alta, ma scopre anche molte altre professioni correlate, specialmente nel campo digitale, come la comunicazione online. La sua motivazione a diventare giornalista persiste, nonostante tutte le informazioni sul fatto che sia davvero difficile trovare un lavoro in questo campo, allora Marta sceglie la strada digitale.
Con una buona informazione, inoltre, potrai scoprire altre professioni legate a quella che ti interessa e che magari si adattano meglio al tuo profilo.
Insomma, non possiamo che incoraggiare la tua curiosità: cercando e scavando a fondo possiamo trovare veri tesori.
Test per l’orientamento professionale.
Esistono centinaia di test di orientamento, ma il metodo Ikigai è specifico ed efficace. Non esiste un unico metodo preciso per trovare il significato della tua vita, ma ecco alcune letture sul metodo IKIGAI che potrebbero essere utili:
Riflettere sull’orientamento professionale può richiedere tempo. Ogni nuovo passo ti permette di avvicinarti alla giusta direzione, si tratta di non perdere la pazienza e la perseveranza. Come diceva Albert Einstein: “La vita è come andare in bicicletta, devi andare avanti per non perdere l’equilibrio”.
Scopri Generation e i nostri programmi di formazione. Siamo qui per supportarti.
1 * Due studi sull’argomento realizzati da Unesco. Uno si riferisce a persone di età compresa tra i 18 ei 25 anni e alla loro esperienza professionale in carriera (1.158 giovani intervistati tra il 24 settembre e il 13 ottobre 2018). L’altro è stato realizzato con i dirigenti scolastici (di cui 1.271 intervistati a luglio 2018).