Oltre il 1° Maggio: l’urgenza di un mercato del lavoro a misura di competenze

Ogni anno in occasione della Festa del Lavoro si apre una riflessione sull’occupazione in Italia: su ciò che abbiamo conquistato (ancora poco) e, soprattutto, sulle sfide che ci attendono (ancora molte). La più pressante è il mismatch fra le competenze richieste dalle imprese e quelle effettivamente disponibili.
In un’economia che corre verso digitalizzazione e transizione verde, migliaia di posizioni restano scoperte in settori come IT, manifattura avanzata e hospitality, mentre troppi giovani faticano a trovare un impiego all’altezza del loro potenziale. Questo divario non è un dato astratto: frena la crescita aziendale, limita il PIL e alimenta l’incertezza di intere generazioni. Quando però domanda e offerta si incontrano, i benefici sono immediati: un’economia più vitale, persone più soddisfatte e comunità più coese grazie a un lavoro stabile che genera consumo locale e inclusione sociale.
Qui entra in gioco Generation Italy. Dal 2018 abbiamo formato oltre 10 000 partecipanti e l’84 % firma un contratto già al termine del corso. Il nostro metodo parte dai bisogni reali delle aziende: analizziamo il fabbisogno; quindi, costruiamo programmi brevi ed esperienziali — poca teoria e molta pratica su casi reali — in cui si sviluppano sia competenze tecniche sia soft skills fondamentali (comunicazione, problem solving, lavoro di squadra). I mentor accompagnano ogni persona fino all’assunzione, mentre una rete di 1.600 partner, dalle PMI alle multinazionali, è pronta ad accogliere talenti subito operativi.
La formazione mirata non è soltanto un ponte fra chi offre e chi cerca lavoro: è la base di uno sviluppo economico duraturo. Il mondo del lavoro cambia in fretta, ma investire nelle competenze giuste significa far crescere insieme persone, imprese e Paese.
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